Cultura, appunti e dintorni


Luca Palazzo


Il più bel libro al mondo (04-04-14)

L'arte passa anche attraverso i libri. E quando ciò accade capiamo come la cultura sia stata a lungo appannaggio di pochi. La Bibbia di Borso d'Este, realizzata da Taddeo Crivelli e altri tra il 1455 e il 1461, è considerata il più bel libro al mondo. Ovviamente italiana, ovviamente opera d'arte assoluta, con miniature degne di un quadro di uno dei grandi artisti del Rinascimento.

Oggi quasi tutti, almeno nei Paesi occidentali, possono studiare. Un tempo non era così. La possibilità di dedicarsi agli studi si realizzava quasi come una congiunzione astrale: denaro, voglia e tempo dovevano incontrarsi. Chi aveva voglia spesso non aveva denaro, chi aveva tempo non aveva voglia, chi aveva denaro non aveva tempo. C'erano poi, rari, alcuni nobili o ecclesiastici che potevano permettersi i libri. Tanti li collezionavano solo per ostentare la propria ricchezza. Come le committenze di grandiose opere d'arte, che servivano anche a perpetrare nei secoli il nome della propria famiglia.

Infine c'erano i pochissimi grandi studiosi: raffinati, amanti dell'arte e della scienza, mecenati.

Forse uno di questi era proprio Borso d'Este, la cui corte fu il centro della "Scuola di pittura di Ferrara". La sua Bibbia racchiude l'universo del sapere: uomini, animali, architetture e piante ne decorano le pagine.

Una pagina della Bibbia di Borso d'Este

Ai giorni nostri i libri sono molto cambiati, ma ancora costituiscono il mezzo più importante di diffusione del sapere. Il sapere vero, organico, equilibrato e completo. Non quello frammentario, benché utile, della rete. Il vero tempio della conoscenza è la biblioteca, custode del libro, che ne è naos.

 
 
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