Cultura, appunti e dintorni


Luca Palazzo



Un visionario (12-03-14)

E sì, può davvero sembrare un visionario, Etienne-Louis Boullée. Il Cenotafio è un'architettura fantastica e irrealizzabile. Allora, perché disegnarla? Anzitutto pensiamo alla mente umana: essa è in grado di trascendere la realtà, anche se non in modo assoluto. Rimane sempre un legame. Anche le cose immaginarie partono dall'osservazione del mondo: l'unicorno è un cavallo con una punta appiccicata alla fronte, la chimera è l'unione di leone, ariete e serpente e così via. Il Cenotafio di Newton è una costruzione che esalta le capacità umane: anche se oggi non siamo in grado di realizzarlo, forse domani lo saremo! Ecco il ruolo propulsivo della filosofia, in particolare dell'estetica: spingere la scienza a superare i propri limiti e l'ingegneria a trovare le soluzioni. Allora scienza e ingegneria hanno un ruolo solo secondario? Vengono a posteriori come la nottola di Minerva, quando ormai tutto è stato deciso? Non credo. Vi è qualcosa che pone scienza e arte, etica ed estetica, sullo stesso piano: la comune radice umana. Già: l'Uomo ha il potere di rendere tutto equilibrato. Quando immaginiamo qualcosa l'impostazione scientifica-razionale della mente ci impone di pensare in modo verosimile. Fin dall'immaginazione è presente, insieme all'estetica-arte, l'etica-scienza. Poi nella progettazione è presente, accanto alla matematica, la sensibilità estetica. In entrambi gli stadi, che esauriscono totalmente il processo mentale del costruire, stanno in egual misura le due facce della stessa medaglia.

Il "Cenotafio di Newton" progettato da Boullée nel 1784

 
 
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