E sì, può davvero sembrare un visionario, Etienne-Louis Boullée. Il Cenotafio è un'architettura fantastica e irrealizzabile. Allora, perché disegnarla? Anzitutto pensiamo alla mente umana: essa è in grado di trascendere la realtà, anche se non in modo assoluto. Rimane sempre un legame. Anche le cose immaginarie partono dall'osservazione del mondo: l'unicorno è un cavallo con una punta appiccicata alla fronte, la chimera è l'unione di leone, ariete e serpente e così via. Il Cenotafio di Newton è una costruzione che esalta le capacità umane: anche se oggi non siamo in grado di realizzarlo, forse domani lo saremo! Ecco il ruolo propulsivo della filosofia, in particolare dell'estetica: spingere la scienza a superare i propri limiti e l'ingegneria a trovare le soluzioni. Allora scienza e ingegneria hanno un ruolo solo secondario? Vengono a posteriori come la nottola di Minerva, quando ormai tutto è stato deciso? Non credo. Vi è qualcosa che pone scienza e arte, etica ed estetica, sullo stesso piano: la comune radice umana. Già: l'Uomo ha il potere di rendere tutto equilibrato. Quando immaginiamo qualcosa l'impostazione scientifica-razionale della mente ci impone di pensare in modo verosimile. Fin dall'immaginazione è presente, insieme all'estetica-arte, l'etica-scienza. Poi nella progettazione è presente, accanto alla matematica, la sensibilità estetica. In entrambi gli stadi, che esauriscono totalmente il processo mentale del costruire, stanno in egual misura le due facce della stessa medaglia. |
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