Anche il bravo Tiziano aveva problemi economici. E lavorava per Papi, Re e Imperatori, mica per gente qualunque! Tutti gli commissionavano opere e pochi gliele pagavano. Forse è per questo che in "Danae" (1553-54) la pioggia d'oro che feconda la donna assume la forma di monete: non vedendole dal vero, le dipingeva! Danae è una delle tante scappatelle di Giove. E' da notare l'inventiva del padre degli dei: una volta cigno, un'altra pioggia d'oro, e così via. Sa sempre come soddisfare i propri desideri nascondendosi dalla terribile Giunone. La pioggia d'oro sotto forma di monete feconda Danae Tanto straordinario è Tiziano, quanto non è apprezzato dalla Repubblica di Venezia (che gli preferisce Tintoretto e Veronese): per questo deve andarsene in giro per l'Europa a cercare commissioni. Le sue abilità sono immense: un panneggio estremamente realistico, quasi "liquido", in movimento; un'espressività disarmante nei volti; cieli e montagne palpabili, reali o immaginarie. L'opera che ho inserito gli è stata commissionata da Filippo II di Spagna, uno dei tanti che non era solito pagarlo. A tal punto che Tiziano invia lettere di reclamo scrivendo di "non aver visto il becco d'un quattrino!". Che sfacciato! |
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