Inizio l’avventura di una sorta di “blog”, qui sul sito e su facebook, con una domanda cui non è facile rispondere. Una domanda di fronte a cui ciascuno può porsi diversamente e che forse riassume in sé il significato stesso dello studio e lo spirito dell’istruzione e della scuola. Condividerò il mio punto di vista, la triplice idea che da sempre ho avuto sullo studio e sul pensiero, ma che ho scoperto esplicitamente solo da qualche anno. Solo da quando ho iniziato a studiare la Filosofia.

In primo luogo la Filosofia amplia le nostre conoscenze, direttamente e indirettamente. Qualsiasi cosa impariamo – è una tautologia – amplia il bagaglio culturale. In più però scoprire il pensiero che ha caratterizzato un’epoca ci consente di comprendere meglio altri aspetti riguardo a quel momento storico. Ecco perché la Filosofia ci aiuta anche indirettamente: essa è luce del tempo.

...essa è luce del tempo.

Secondo, porci nell’ottica di voler imparare il pensiero di qualcun altro ci spinge a ragionare e a partire dal socratico non sapere. Pensate: ogni qualvolta vi mettete a studiare accettate di non sapere ciò che richiederà il vostro impegno mentale. Il bagaglio filosofico dell’umanità ci insegna l’umiltà dell’ignoranza propositiva e l’importanza del ragionamento che consente l’apprendimento.

...accettate di non sapere...

Infine, terzo aspetto, ragionare sul pensiero di qualcun altro ci insegna a metterci in discussione, ad aprirci alle idee degli altri. Scaviamo in noi stessi per guadagnare un’importante virtù: il rispetto. Ecco qual è il valore ultimo della Filosofia, che si ricollega ai precedenti e li completa. Per usare termini hegeliani: l’opposizione tra conoscenza del singolo e non sapere di fronte al pensiero di chi ci circonda si sommano conservando la loro identità e trovando la pace nell’unica grande virtù del rispetto. Esso ci mostra quanto ogni momento, imprescindibile e unico, sia importante nel processo del sapere.

Scaviamo in noi stessi...

La Filosofia come hegeliano sapere assoluto, il kantiano “Sapere aude” come esortazione alla Filosofia.