La quercia che vide Guglielmo il Conquistatore (24-02-14) Presso l’abbazia di Canterbury vede ancora il sorgere del Sole una grande quercia, talmente anziana da aver assistito all’ascesa di Guglielmo il Conquistatore al trono d’Inghilterra. Quanto siamo piccoli: la lunghezza della vita di una semplice quercia batte di gran lunga quella del più longevo degli uomini! Cosa vedeva negli occhi di Guglielmo? Probabilmente nulla, essendo un essere senza occhi e intelletto, anche se dotato di vita. Però fantasticare è interessante e istruttivo. Diamo alla quercia sensi e intelletto, ed essa ci racconterà una storia straordinaria… quella dei Normanni o, se volete, dei Vichinghi. Guglielmo è “solo” la punta di diamante di un popolo di conquistatori. I Normanni sono un elemento fondamentale dell’essenza stessa dell’Europa. Partendo dalle regioni della Danimarca, della Norvegia e della Svezia hanno conquistato mezzo mondo. Verso est hanno fondato il Principato di Novgorod dando il nome alla Russia (erano chiamati Rus dagli abitanti di quei luoghi). Sono scesi fino a Costantinopoli e lì sono stati arruolati nella guardia scelta dell’Imperatore. Solcando i mari sono giunti in Islanda, Groenlandia e America del Nord. Oltre le colonne d’Ercole (guardandole dall’esterno) hanno razziato le coste. Si spingevano anche all’interno risalendo i fiumi. Si sono innamorati del Sud Italia e ivi si sono stabiliti. In Normandia, a due passi dalla loro terra d’origine, hanno costituito un Ducato destinato a diventare la prima superpotenza moderna: l’Inghilterra. Prima in senso cronologico. Da Normanni sono diventati Inglesi che parlavano la lingua d’Oil e poi Inglesi veri e propri dopo la Guerra dei Cent’Anni, che tolse loro i domini in Francia (anche se ormai i Sovrani erano i Plantageneti). Se la storia dei Normanni è eccezionale, ancora di più lo è la loro arte. Il Romanico si mischia a decorazioni schematiche e guerriere, che ricordano frecce e lance. Gli animali mitologici discendono dalle foreste del nord per adornare capitelli. A Caen e contemporaneamente a Bari viene introdotta l’innovazione delle torri simmetriche nella facciata delle chiese. Nel Sud Italia arrivano anche elementi medio orientali, provenienti dall’Arabia. Ecco che il Mediterraneo trova una nuova unità: non più politica, come era stata quella dell’Impero Romano, ma artistica. Di un’arte che non è imposta, ma sentita nel cuore, vissuta negli scambi culturali e commerciali. |
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