Cultura, appunti e dintorni


Luca Palazzo

La follia del tulipano (27-05-14)

Nel 1635 40 bulbi di tulipano furono venduti per 100000 fiorini, quando otto maiali ne costavano 240. Avevano esagerato un po'!

La coltivazione dei tulipani in Olanda era iniziata nell'ultimo decennio del Cinquecento e i floricoltori si erano fin da subito ingegnati a incrociare le specie per ottenere colori sempre più rari. Era così iniziata una corsa ai bulbi che aveva fatto crescere a dismisura i prezzi. C'erano imprenditori che ne accumulavano in grandi quantità, sperando di rivenderli a prezzi ancora più elevati. Si arrivò a scambiarli nelle borse valori, comparandoli di fatto all'oro e alle pietre preziose. Poi che accadde? Ciò che puntualmente accade quando un sistema si allontana troppo dall'equilibrio e che sta accadendo anche a noi, da qualche anno: lo scoppio della "bolla".

 "La Follia del Tulipano" di Jean-Léon Gérome

Nel 1637 i mercanti vendettero in massa i bulbi, i cui prezzi erano ormai insostenibili. In breve essi crollarono, mandando in rovina uomini d'affari e imprenditori. E' il primo crollo finanziario dell'Europa e, forse, del mondo.

Un monito all'inconsistenza di un settore terziario attraente, ma pericoloso. Evidentemente non abbiamo ancora imparato: la crisi che oggi ci colpisce nasce da una "scommessa" indiscriminata sulle risorse, simile a quella sui tulipani. Su cosa si scommette? Sul costo di beni quali il grano, ad esempio. Interi apparati delle borse sono dedicati alla scommessa sui prezzi che beni di consumo primari, come molti cibi, avranno in futuro. Succede una cosa assurda: il prezzo dei cibi si alza o si abbassa a seconda delle scommesse, della fiducia che la borsa dà ad essi.

Il che significa che non è il valore del cibo ad influenzare la borsa. Ciò accade solo inizialmente: poi è la borsa che influenza il costo del cibo!


 



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